La regista italiana, autrice di grandi successi in tv e al cinema, del suo rapporto con l’età ha detto: “Quello che conta è se sei rincoglionito oppure no, allora non importa quanti anni hai”.
Dietro i suoi celebri occhiali bianchi – che hanno fatto tendenza - si nasconde un universo pieno di ironia. Lina Wertmüller, la prima regista italiana candidata all’Oscar nel 1977 per il film Pasqualino Settebellezze, compie oggi 90 anni.
Cresciuta come assistente di Federico Fellini sul set di 8½ , nel 1956 è fra gli autori della prima edizione di Canzonissima e nella stagione televisiva 1964/1965 dirige Rita Pavone in uno dei migliori sceneggiati della tv italiana: Il giornalino di Gian Burrasca.
È artefice del successo artistico della coppia formata da Giancarlo Giannini e Mariangela Melato (“se n’è andata troppo presto”, ricorda la regista), in pellicole come Mimì metallurgico ferito nell'onore (1972) e Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d’agosto (1974).
Dal cinema al teatro, protagonista dietro le quinte (e sul palcoscenico)
Cinema e teatro sono le due anime artistiche che Lina Wertmüller sviluppa nel corso della sua lunga carriera. E noi oggi vogliamo ricordare in particolare proprio alcune delle sue frequentazioni con il palcoscenico.
Risale al 1986 una delle sue rare incursioni nel teatro lirico, con la regia della Carmen di Georges Bizet che inaugura la stagione lirica 1986/1987 del Teatro di San Carlo di Napoli (la stessa città che, nel 2015, le ha conferito la cittadinanza onoraria). Con lo scenografo teatrale Enrico Job instaura un lungo sodalizio coniugale e professionale, interrotto alla morte di quest’ultimo, nel 2008.
Agli anni Duemila appartengono alcune delle sue più importanti regie teatrali: Storia d’amore e d’anarchia, con Elio e Giuliana De Sio (2002); Molto rumore (senza rispetto) per nulla, parodia shakespeariana al femminile con protagonista Loretta Goggi (2004), Lasciami andare, madre con Roberto Herlitzka e Milena Vukotic (2006). Dal 2014 è stata protagonista in prima persona sul palcoscenico con il recital Un’allegra fin de siècle, nel quale ha raccontato gli avvenimenti importanti del Novecento con l’ironia che da sempre la contraddistingue.
Tanti auguri, cara signora con gli occhiali bianchi.